In Campania il castagno da frutto occupa circa 23.000 ettari localizzati nelle Province di Avellino (10.400), Salerno (7.951), Caserta (4.042), Benevento (515) e Napoli (140). La castanicoltura da frutto in Campania ancora oggi occupa un ruolo preminente nell’economia agricola.
Tra gli aspetti che generano maggiore difficoltà commerciali del prodotto fresco vi è la breve durata di vita del prodotto. Le attività di innovazione e ricerca di cui necessita il settore sono legate anche all'allungamento della vita di scaffale.
Il progetto ha mirato a parametrizzare e a migliorare gli attuali sistemi di "sterilizzazione e curatura" per rispondere positivamente alle esigenze ed ai bisogni dei mercati esteri. Le attività di ricerca che si sono implementate sono frutto anche di applicazioni sperimentate con successo in altri settori alimentari.
Obiettivi del progetto sono stati due:
1) la messa a punto dei parametri e dei materiali idonei per la realizzazione di un packaging bioplastico per il confezionamento di castagne fresche in confezioni da 250 g a 1 Kg;
2) l'ottimizzazione dei processi di curatura/sterilizzazione delle castagne, per il prolungamento della shel-life con la predisposizione di un protocollo tecnico-produttivo.
Il progetto pha prodotto una nuova parametrizzazione del processo di conservazione unita all'individuazione di un sistema di confezionamento utilizzando bioplastiche e MAP.
La trasferibilità di un nuovo processo di conservazione è elevata ed è anche adeguabile ed estendibile ad altri prodotti del settore ortofrutticolo. Le innovazioni di processo e di prodotto
ridefiniscono gli attuali processi di sterilizzazione innovando profondamente le tecniche attuali e tramite il packaging biodegradabile realizzano anche un'innovazione di prodotto, con indubbi
vantaggi economici ed ambientali. Le attività di ricerca hanno mirato ad industrializzare i sistemi di curatura riducendo i consumi energetici e fattori di inquinamento ambientale. I vantaggi avranno
una ricaduta positiva su tutta la filiera castanicola che è una delle più dinamiche del settore agricolo della Regione Campania, acquisendo valore aggiunto e prolungando la vita di scafale la
plusvalenza ricadrà, non solo sugli attori che trasformano e commercializzano il prodotto ( sarà agevolata la presenza sui mercati internazionali), ma ricadrà anche sui produttori primari con un
prezzo di campagna che si manterrà elevato con potenzialità di crescita del 5/10%.
Le innovazioni elaborate avranno una ricaduta molto significativa sul valore aggiunto delle singole aziende. L'innovazione di prodotto e processo migliorerà le performances qualitative delle materie prime contribuendo ad una migliore tenuta organolettica del prodotto e prolungando la vita di scaffale. Ciò comporterà una maggior penetrazione commerciale sia sui mercati nazionali che internazionali, aumentando i prezzi delle materie prime per i produttori e dando ulteriori chances commerciali ai trasformatori che incrementeranno le quantità vendute. In termini puramente economici si può stimare che il valore aggiunto dell'innovazione nell'anno a regime (dopo due anni) sarà del 7/8%. La filiera castanicola campana è riuscita in questi ultimi quarant'anni a conquistarsi uno spazio di rilievo nei mercati internazionali è questo l'elemento che l'ha fatta vivere e sviluppare.
Nelle altre regioni d'Italia la castanicoltura è ormai a livelli hobbistici.
Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIIn)
Università degli Studi di Salerno
Responsabile scientifico: Prof.ssa Marisa di Matteo
Professore Ordinario
Anagrafe Nazionale delle Ricerche
nr 000066_IMPR_/oasissrl